La desertificazione e il degrado del suolo sono “la più grande sfida ambientale del nostro tempo” e “una minaccia al benessere globale”. Con queste parole, l’ex segretario esecutivo della Convenzione contro la desertificazione (Unccd) Luc Gnacadja ha aperto nel 2010 il decennio delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (Unddd). A quasi metà dalla conclusione dei dieci anni, la situazione sembra lievemente migliorata anche se rimane molto complicata, con un miliardo e mezzo di persone che subiscono gli effetti negativi del degrado del suolo, circa 600 milioni in meno rispetto al 2010, e 12 milioni di ettari di nuova terra soggetta a inaridimento ogni anno.
La definizione di desertificazione
Per desertificazione la Convenzione (art. 1) intende il “degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause” come il cambiamento climatico e le attività umane: deforestazione, coltivazioni e allevamenti intensivi, land grabbing, uso scorretto delle risorse idriche. Cause le cui conseguenze vanno a incidere sull’uomo stesso con popolazioni intere costrette a migrare nei prossimi anni. Gli esperti dell’ Unccd prevedono che entro il 2020 circa 60 milioni di persone avranno lasciato l’Africa subsahariana e cominciato una nuova vita in Africa settentrionale e in Europa.
La desertificazione, inoltre, è fonte di numerosi conflitti civili come quello in atto da anni nei Paesi del Corno d’Africa o nelle regioni orientali del continente asiatico, sempre più colpite dalle tempeste di sabbia. In queste aree sono in corso scontri per la terra visto che una delle conseguenze principali di questo processo è il verificarsi di crisi alimentari. L’incremento dei prezzi dei cereali e di altre materie prime, infatti, limita l’accesso delle popolazioni più povere a un’alimentazione nutriente e facilmente accessibile. Secondo uno studio sui costi economici della desertificazione commissionato dall’Unccd nel 2013, ogni anno il valore economico perso dal settore agricolo a livello globale a causa del degrado del suolo è pari al 5 per cento del totale.
La Giornata mondiale dei deserti, il 17 giugno
Oltre al decennio dedicato al contrasto della desertificazione, le Nazioni Unite celebrano ogni anno dal 1994, la Giornata mondiale il 17 giugno. Lo scopo è sensibilizzare opinione pubblica, governi e organizzazioni mondiali sugli effetti negativi dello sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali (idriche, agricole e forestali) e promuovere progetti di contrasto all’avanzata dei deserti. Per questo il tema del 2014 è dedicato allo sviluppo delle attività di adattamento al cambiamento climatico nelle zone aride. Perché una comunità in grado di rispondere agli eventi climatici estremi e di sfruttare e assecondare la forza degli ecosistemi di tornare alla normalità, è una comunità più sicura, che guarda al futuro.
Molti dei progressi nell’agricoltura sono stati resi possibili dalla ricerca di soluzioni e innovazioni adattative alle condizioni locali, come ampiamente mostrato in Expo Milano 2015 nel Cluster Zone Aride: non solo sostituendo le pratiche agricole tradizionali con nuovi metodi, ma soprattutto individuando elementi delle pratiche tradizionali che si potrebbero migliorare. In questo contesto, la sfida della scarsità d’acqua e dei cambiamenti climatici richiede sforzi urgenti per garantire una qualità di vita migliore e una nutrizione adeguata.