Oggi è un Paese dinamico, al cui interno etnie e culture diverse compongono un mosaico di tradizioni. I sapori intensi della gastronomia locale lo testimoniano meglio di qualunque altro aspetto della quotidianità.
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Guadano i fiumi con le loro barche o percorrono lunghe strade sterrate per arrivare alla capitale del Mozambico, l’ultimo sabato del mese, a vendere i loro prodotti. Sono i contadini e i pescatori che animano il Mercato della Terra di Maputo, un progetto di agricoltura sostenibile avviato due anni fa da Slow Food.
Nella regione di Chontalpa, l’economia e le tradizioni ruotano intorno alla produzione del cacao fin dal tempo della civiltà olmeca. Nella Valle di Tehuacán, da poco è stata rintrodotta la coltivazione dell’amaranto, mentre la Chinantla è l’unica regione del mondo in cui la vaniglia cresce in forma selvatica. Tutto questo nel Paese che è stato culla di molteciviltà pre-colombiane.
In Benin, il settore agricolo contribuisce per oltre un terzo alla formazione del Pil e occupa oltre il 50% della popolazione attiva. Alla luce di questo dato, si capisce come il cibo e l’alimentazione in generale stringano con la cultura e la tradizione di questa nazione un legame fortissimo, che coinvolge religione, cerimonie e festività.
Nel cuore del Kenya sorge la più grande foresta indigena montana dell’Africa orientale, la foresta Mau. Le acque dei suoi fiumi alimentano il vicino Lago Vittoria e ne fanno il maggior bacino idrografico del Paese. Un tesoro verde segnato da una devastazione incominciata in epoca coloniale e proseguita fino ai giorni nostri, tra dispute politiche e disboscamento, tanto che negli ultimi vent’anni è stato distrutto il 60% della superficie boschiva.