Il movimento freegan si propone di sensibilizzare le coscienze al problema degli sprechi alimentari. I freegan non comprano, ma riciclano e riutilizzano. In pratica, vivono degli scarti altrui.
Cifre da brividi
Nel mondo, secondo fonti Eurispes, un terzo degli alimenti si perde o viene buttato lungo l’intera filiera alimentare. Dalla produzione alla trasformazione, dal supermercato alla pattumiera di casa. L'Olanda è il paese in cui vengono cestinati più alimenti pro capite all’anno (579 kg), mentre il paese più virtuoso in fatto di spreco alimentare è la Grecia (con 44 kg pro capite all’anno).
Capitalismo: sistema imperfetto
Il problema degli scarti riguarda praticamente tutti i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. I freegan, un movimento di protesta nato a New York negli anni novanta del secolo scorso, reagiscono ad un sistema economico che produce più di quanto riesca a smaltire, non acquistando più nulla (o quasi).
Cassonetto con sorpresa
I freegan non fanno la spesa dentro il supermercato, ma fuori. Aprono i cassonetti dei rifiuti e portano a casa tutto ciò di cui le aziende si disfano. Contrariamente a quanto si possa pensare, i supermercati non buttano cibi andati a male, ammuffiti o alimenti in evidente stato di decomposizione, ma soprattutto confezioni appena scadute di biscotti, pasta, pane o verdura e frutta perfettamente commestibili.
Cibo, mobili e vestiti
La filosofia freegan è anticonsumista a trecentosessanta gradi. Non contempla solo l’alimentazione a costo zero con quello che trova fuori dai supermercati, mercati o ristoranti, ma privilegia anche lo shopping a impatto ambientale inesistente. I freegan si vestono prevalentemente attraverso il baratto e arredano le proprie abitazioni con mobili regalati, scambiati o trovati ai mercatini dell'usato.
Associazioni con animo freegan
In Italia, dal 2003 l’Associazione Last Minute Market recupera i generi alimentari in scadenza e le merci invendute dei supermercati. A Londra, la stessa iniziativa viene portata avanti dall’Associazione Fareshare. A San Francisco dei cittadini hanno dato vita ad un progetto chiamato Compact. Sforzandosi di non comprare più nulla a parte quei prodotti evidentemente indispensabili come la carta igienica o il liquido dei freni, questo gruppo cerca di danneggiare il meno possibile l’ecosistema.
Tutti coloro che sono interessati al tema degli sprechi alimentari e della sostenibilità ambientale, potranno visitare il Laboratorio Future Food District di Expo Milano 2015, un microcosmo che si propone di esplorare modi nuovi di interazione tra il cibo e le persone, dove riflettere sui processi con cui il cibo è e sarà prodotto, distribuito, preparato e consumato. Attraverso network di informazioni si potrà interagire maggiormente con i prodotti e con i produttori, al fine di sviluppare una maggiore consapevolezza su ciò che consumiamo.