I Croccanti, un team di studenti della Facoltà di Agraria della Cattolica di Piacenza e Cremona, ha ideato una barretta a base di sorgo 100% ecocompatibile. Che presto potrebbe essere posta in commercio in versione bio.
Per essere originali bisogna ‘tornare alle origini’? Nel food può darsi, visto che un cereale antico, e ormai poco utilizzato come il sorgo (con cui si realizzavano le vecchie scope di saggina) ha dato lo spunto per uno snack eco-innovativo. Stiamo parlando di SoCrock, una barretta rompidigiuno ideata da cinque ragazzi (denominatisi “I Croccanti”) della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza e Cremona. Il prodotto si caratterizza per l’utilizzo di materie prime povere o di scarto, come granella di sorgo bianco soffiata, sciroppo e fibra di sorgo. SoCrock contiene anche vinaccioli d’uva macinati (provenienti dalle distillerie). Cereali minori e sottoprodotti agricoli, generalmente utilizzati per mangimistica o biogas, trovano dunque nuova vita in questo rompidigiuno, che utilizza anche del miele ed è coperto per metà da puro cioccolato fondente.
Vincente nei test sensoriali
“Rispetto al sorgo rosso, coltivato in Asia e Africa, la variante bianca non contiene tannini, responsabili del sapore aspro, e permette quindi di ottenere un prodotto dolciario buono – spiega Roberta Dordoni, ricercatrice della Facoltà di Agraria di Piacenza e Cremona, Istituto di Enologia e Ingegneria agroalimentare -. Anzi,più buono degli altri, come è risultato dai test sensoriali comparativi svolti su 11 potenziali concorrenti. Peraltro, SoCrock è privo di glutine e ha solo 88 Kcal”. Atout da non sottovalutare per un mercato che può contare su un bacino d’utenza molto ampio: secondo dati Aidepi 2012, il 25% degli adulti consuma snack nel corso della giornata. Le barrette, in particolare, hanno tassi di crescita del 2% in quantità e del 4% a valore.
Va sottolineato che il sorgo, rispetto ai cereali normalmente usati per le barrette snack in commercio, si caratterizza per un’ottima resistenza alle condizioni climatiche avverse e per una richiesta idrica molto inferiore: per produrre 1 kg di sorgo sono necessari 220 litri d’acqua al kg, contro i 600 del riso, i 500 dell’avena e i 300 del mais.
Per chiudere il cerchio, i Croccanti hanno anche utilizzato un packaging di polipropilene 100% riciclabile, corredato da un’etichetta ambientale che dettaglia l’impatto dei singoli ingredienti su aria, acqua e suolo e il costo ambientale globale. Ciliegina sulla torta, i ragazzi hanno individuato possibili fornitori nelle immediate vicinanze, che permetterebbero di realizzare un’autentica filiera corta. Il costo produttivo si attesta così sui 25 centesimi a barretta, consentendo un prezzo al pubblico di 1 euro (10-12 euro al kg).
Una storia di successo
Tutte caratteristiche che hanno permesso a SoCrock di piazzarsi al primo posto di Ecotrophelia 2013, il concorso promosso da Federalimentare nell’ambito del Cibus Global Forum che premia i progetti universitari d’innovazione alimentare con contenuto di sostenibilità, e di arrivare terzi all’edizione europea. Ma non finisce qui.
SoCrock finora è stato realizzato in fase prototipale grazie alla collaborazione dell’azienda dolciaria cremonese Rivoltini, specialista in torrone biologico. Ma presto potrebbe arrivare una vera e propria commessa di fornitura.
“Al momento, un produttore biologico si è detto interessato a introdurre SoCrock nella propria offerta in conto terzi – assicura Dordoni – ed è quindi probabile che avvenga a breve una commercializzazione in canali specializzati”.
Nutriente, sostenibile, pratico, buono: e se gli alimenti del futuro fossero tutti così?