Mangiare è un'esperienza multisensoriale che nasce per l'80% nel naso. Lo sostiene lo psicologo Lawrence D. Rosenblum secondo cui il senso di appagamento che proviamo gustando un determinato alimento non è dato solo dalle nostre papille gustative, ma dal lavoro di uno speciale team -i cinque sensi - con a capo il cervello.
Una questione di olfatto
Secondo l'autore del saggio Lo straordinario potere dei nostri sensi, il motivo è da ricercarsi nell'olfatto retronasale che, durante l'espirazione, fa passare gli odori dal retro della bocca al naso e in questo modo influenza moltissimo il gusto. Non è un caso che quando siamo raffreddati il cibo sembra non avere sapore.
Secondo l'autore del saggio Lo straordinario potere dei nostri sensi, il motivo è da ricercarsi nell'olfatto retronasale che, durante l'espirazione, fa passare gli odori dal retro della bocca al naso e in questo modo influenza moltissimo il gusto. Non è un caso che quando siamo raffreddati il cibo sembra non avere sapore.
Una questione di gusto
Il gusto è influenzato notevolmente anche dalla vista, tanto è vero che mangiare in assenza totale di luce fa percepire i cibi come insipidi. Se facessimo degustare un vino bianco colorato di rosso ad un bravo sommelier, il gusto e l'olfatto sarebbero facilmente tratti in inganno dalla vista.
Il gusto è influenzato notevolmente anche dalla vista, tanto è vero che mangiare in assenza totale di luce fa percepire i cibi come insipidi. Se facessimo degustare un vino bianco colorato di rosso ad un bravo sommelier, il gusto e l'olfatto sarebbero facilmente tratti in inganno dalla vista.
Una questione di udito
Anche i rumori percepiti dall'udito durante i pasti influiscono sull'esperienza globale: un suono forte e squillante, come nel caso in cui si addenta una fragrante patatina in busta, inducono chi la sta mangiando a pensare che sia fresca. Al contrario, se il suono percepito è molto lieve, fa facilmente pensare ad un prodotto prossimo alla scadenza.
Anche i rumori percepiti dall'udito durante i pasti influiscono sull'esperienza globale: un suono forte e squillante, come nel caso in cui si addenta una fragrante patatina in busta, inducono chi la sta mangiando a pensare che sia fresca. Al contrario, se il suono percepito è molto lieve, fa facilmente pensare ad un prodotto prossimo alla scadenza.
Una questione legata alle emozioni
Per avvalorare l'idea che il cibo sia un'esperienza che ci coinvolge completamente, anche dal punto di vista emotivo, pensiamo a come i profumi di certi alimenti ci evochino ricordi precisi, legati magari all'infanzia.
Per avvalorare l'idea che il cibo sia un'esperienza che ci coinvolge completamente, anche dal punto di vista emotivo, pensiamo a come i profumi di certi alimenti ci evochino ricordi precisi, legati magari all'infanzia.
Una questione di tatto
La temperatura dei cibi ne influenza il gusto, mentre il tatto incide sulla percezione che abbiamo della consistenza degli alimenti: pensiamo ai cibi che “ci infastidiscono” (magari quelli spugnosi o pieni di grumi) e agli alimenti piccanti che stimolano, oltre al gusto, anche i recettori del tatto.
La temperatura dei cibi ne influenza il gusto, mentre il tatto incide sulla percezione che abbiamo della consistenza degli alimenti: pensiamo ai cibi che “ci infastidiscono” (magari quelli spugnosi o pieni di grumi) e agli alimenti piccanti che stimolano, oltre al gusto, anche i recettori del tatto.
Una questione di testa
Un altro fattore che, secondo lo psicologo americano, influenza il gusto è l'aspettativa che abbiamo nei confronti di un'esperienza. Secondo lui, noi gustiamo ciò che ci aspettiamo di mangiare. Se siamo convinti che ci sia stato servito un ottimo vino, ne saremo condizionati a tal punto che anche le aree del cervello associate al piacere, mostreranno maggiore attivazione.
Un altro fattore che, secondo lo psicologo americano, influenza il gusto è l'aspettativa che abbiamo nei confronti di un'esperienza. Secondo lui, noi gustiamo ciò che ci aspettiamo di mangiare. Se siamo convinti che ci sia stato servito un ottimo vino, ne saremo condizionati a tal punto che anche le aree del cervello associate al piacere, mostreranno maggiore attivazione.
Infine, gustiamo ciò che comprendiamo. I sommelier di un certo livello, grazie alla loro esperienza, gusteranno un barolo d'annata in maniera notevolmente diversa da un principiante perché provvisti di maggiori parametri di riferimento su profumi, aromi e colori del vino.
Il cervello, che anche in questi studi svela una plasticità sorprendente, mostra di avere un preciso ruolo di coordinamento in tutto il processo sensoriale. Ci dimostra che i sensi “fini” non sono solo appannaggio degli esperti degustatori e che tutti possono imparare, con l'esercizio, a potenziare le proprie capacità percettive.
Il cervello, che anche in questi studi svela una plasticità sorprendente, mostra di avere un preciso ruolo di coordinamento in tutto il processo sensoriale. Ci dimostra che i sensi “fini” non sono solo appannaggio degli esperti degustatori e che tutti possono imparare, con l'esercizio, a potenziare le proprie capacità percettive.
Tutti coloro che sono interessati al tema del cibo in rapporto alla multisensorialità, potranno visitare il Cluster delle Spezie presso Expo Milano 2015. L’allestimento esporrà le mappe che storicamente hanno guidato gli esploratori alla scoperta del mondo e alla ricerca delle spezie, suggerendo un viaggio tra le culture innescato da una sequenza di “aree sensoriali” che includono degustazioni, installazioni ed eventi. Le spezie richiamano alla mente i colori, i profumi, il fascino di terre esotiche, ma anche l’immagine di quelle antiche e intriganti mappe piene di segni che collegano zone del mondo lontane tra loro.