Giovane chef di origine napoletane, Roberto di Pinto crede nel gusto della cucina mediterranea, arricchita da un tocco esotico. A Expo Milano 2015 ha collaborato con il Cnr e con lo chef Gennaro Esposito per scoprire come rendere gourmet un cibo sostenibile: le meduse.
Giovane chef di origini napoletane, ha avuto esperienze in ristoranti importanti e internazionali come il Nolita di Parigi, alla Torre del Saracino di Gennaro Esposito e al Nobu di Milano. Oggi è l’Executive chef del Bulgari di Milano, dove propone una cucina basata sulla freschezza degli ingredienti e la cucina mediterranea, ma con un occhio vigile all’innovazione e all’accostamento di ingredienti provenienti da Paesi lontani. Appassionato di cucina regionale italiana, intraprende viaggi gastronomici per trovare piccolo produttori d’eccellenza. Ha partecipato al The Cooking Show, il programma Rai che mette a confronto chef di nazionalità diverse, e ha collaborato con Gennaro Esposito per creare piatti stellati a base di medusa, un ingrediente sostenibile e rispettoso dei mari e del Pianeta.
Qual è stata la sua ricetta per il The Cooking Show?
Ho pensato a una rivisitazione degli struffoli napoletani: ho pensato di alleggerire la ricetta eliminando gli zuccheri inutili. Gli struffoli in pratica sono gnocchetti dolci fritti, e quindi, già solo per la modalità di cottura, sono una preparazione calorica. Se si pensa, poi, che vanno passati in un mix di zucchero e miele, arricchiti di scorzette candite di cedro, limone, arancia e zuccherini vari, si capisce perché gli struffoli siano molto buoni, ma anche un po’ pesanti. Guardando alla salute ho pensato a una frittura con olio buono e a bassa temperatura, a 160 gradi. Aggiungo solo un velo di miele e, al posto dello zucchero, un coulis di lamponi, frutti rossi secchi e mele disidratate, per dare acidità e un tocco di dolcezza naturale. Inoltre nell’impasto ho tolto la parte alcolica, visto che tradizionalmente si aggiungerebbe vino bianco o brandy, sostituendola con succo di arancio.
Ho pensato a una rivisitazione degli struffoli napoletani: ho pensato di alleggerire la ricetta eliminando gli zuccheri inutili. Gli struffoli in pratica sono gnocchetti dolci fritti, e quindi, già solo per la modalità di cottura, sono una preparazione calorica. Se si pensa, poi, che vanno passati in un mix di zucchero e miele, arricchiti di scorzette candite di cedro, limone, arancia e zuccherini vari, si capisce perché gli struffoli siano molto buoni, ma anche un po’ pesanti. Guardando alla salute ho pensato a una frittura con olio buono e a bassa temperatura, a 160 gradi. Aggiungo solo un velo di miele e, al posto dello zucchero, un coulis di lamponi, frutti rossi secchi e mele disidratate, per dare acidità e un tocco di dolcezza naturale. Inoltre nell’impasto ho tolto la parte alcolica, visto che tradizionalmente si aggiungerebbe vino bianco o brandy, sostituendola con succo di arancio.
La salute a tavola è sempre più importante insomma...
Sempre di più. Visto che ci avviciniamo al Natale e alle feste ho voluto dimostrare che è possibile togliersi qualche sfizio, senza rinunciare al gusto e senza appesantirsi. Al posto di faticose rinunce, si può mangiare una cosa buona ma non eccessivamente calorica. Se si arriva a gennaio solo con mezzo chilo in più, sarà più facile smaltirlo e staremo meglio.
Ha collaborato con Gennaro Esposito per trovare i nuovi cibi che possano Nutrire il Pianeta nel futuro. Come è andata la tua ricerca?
Sì, ho studiato a fondo le meduse, che purtroppo stanno colonizzando i nostri mari. Dunque, perché non usarle come cibo? Il sapore ricorda molto quello dell’ostrica, con una sapidità importante in bocca. Da cruda la medusa ha una consistenza evanescente, di frutti di mare crudi, ricorda una cozza o un tartufo di mare.
Da cotta invece?
È sorprendente e sempre buonissima. Dà ottimi risultati sia sbollentata, che saltata in padella. In natura c’è veramente tutto. A volte cerchiamo ingredienti particolari per creare gelatine che regalino il gusto del mare, ma in natura c’è già tutto e la medusa è una gelatina di acqua di mare naturale.
Le userà nella sua cucina?
Sì, vorrei utilizzarla soprattutto per il risvolto etico e biologico. Pensiamo alle spiagge invase alle meduse: se si utilizzassero come cibo si risolverebbe il problema e si favorirebbe il turismo. Certamente bisognerà sensibilizzare i pescatori a portarle ai ristoranti, facendo capire quali sono quelle giuste e quali no.
Expo Milano 2015 è stato un grande giro del mondo del gusto con chef da tutto il mondo. Lei grazie a Epicurea, la rassegna gastronomica che coinvolge i più importanti chef d’avanguardia, ha avuto la possibilità di confrontarsi con i grandi dell’alta cucina. Cosa ha imparato da questa esperienza?
Questa esperienza mi ha fatto capire che in cucina, come nella vita, vincono l’umiltà e la meritocrazia. Nonostante la grande visibilità a livello mondiale, questi chef arrivano nella tua cucina quasi in punta di piedi, informandosi sulla stagionalità degli ingredienti e sui sapori più graditi agli italiani. Sono grande persone, prima che grandi chef.
Qual è l’ingrediente o il piatto che l'ha colpita di più?
Le formiche di René Redzepi. Per la nostra concezione culturale del cibo facciamo fatica ad accettare di mangiarle, però lui le ha usate in polvere per accompagnare le verdure, e quindi anche le persone più timorose le hanno assaggiate. Sono buonissime: hanno un sapore acidulo e aspro che ricorda il lime. Anche ingredienti “lontani” possono riservarci grandi sorprese, bisogna solo farsi guidare dalla curiosità e avere la voglia di lasciarci stupire.