Una cucina non troppo speziata a base di riso, carne e latticini. In Turkmenistan tra i piatti più amati il plov, fatto con carne, riso e carote, e cucinato con olio di semi di cotone, che danno sapore e conferiscono un sapore caratteristico alla preparazione. Ad accompagnare il pasto c’è sempre il çörek, un pane piatto di grano, cotto in forni di argilla, che viene considerato sacro.
Il fascino della Via della Seta
Il Turkmenistan è uno degli stati più misteriosi e affascinanti dell’Asia Centrale, terra ricca di spiritualità, tradizioni e bellezze naturali. Da qui passavano le lente carovane che attraversavano la Via della Seta, qui si può sentire il silenzio del deserto del Karakum, e vedere le misteriose architetture della capitale Ashgabat.
Il Turkmenistan è uno degli stati più misteriosi e affascinanti dell’Asia Centrale, terra ricca di spiritualità, tradizioni e bellezze naturali. Da qui passavano le lente carovane che attraversavano la Via della Seta, qui si può sentire il silenzio del deserto del Karakum, e vedere le misteriose architetture della capitale Ashgabat.
Il montone, dal riso, agli spiedini, alla zuppa
La cucina del Turkmenistan è vicina a quella del Medio Oriente e del Mediterraneo per l’uso di riso, verdure, legumi, yogurt e carne alla griglia.
La carne più apprezzata è quella di montone, tanto è vero che il piatto più diffuso si chiama plov, un piatto unico a base di carne, riso e carote, cucinato con olio di semi di cotone, che danno sapore e conferiscono un sapore caratteristico alla preparazione. Ottimi anche gli shashlik, spiedini di carne di montone (ma anche di maiale o pollo), marinati in salse a base di aceto e serviti spesso come street food, ancora più gustosi se cotti con le braci ottenute dai rami del saxaul, albero tipico di queste zone.
Per chi preferisce le zuppe c’è la chorba, chiamata shorpa in altre zone della regione, preparata con pezzi di montone bollito, patate, carote e sedano.
Ogni pasto è accompagnato dal çörek, simile al naan, un pane piatto di grano di forma rotonda, che si trova in tutta l’Asia. Il pane viene cotto nel tamdyr, un grande forno in argilla. Il çörek, come avviene per tutti popoli, è considerato sacro e la tradizione vuole che non venga mai messo al rovescio sulla tavola e che le briciole vengano custodite con cura. Inoltre demolire un forno in cui si è cotto il pane viene considerato un gesto sacrilego, tanto è vero che i vecchi forni vengono solo abbandonati e non distrutti.
La carne più apprezzata è quella di montone, tanto è vero che il piatto più diffuso si chiama plov, un piatto unico a base di carne, riso e carote, cucinato con olio di semi di cotone, che danno sapore e conferiscono un sapore caratteristico alla preparazione. Ottimi anche gli shashlik, spiedini di carne di montone (ma anche di maiale o pollo), marinati in salse a base di aceto e serviti spesso come street food, ancora più gustosi se cotti con le braci ottenute dai rami del saxaul, albero tipico di queste zone.
Per chi preferisce le zuppe c’è la chorba, chiamata shorpa in altre zone della regione, preparata con pezzi di montone bollito, patate, carote e sedano.
Ogni pasto è accompagnato dal çörek, simile al naan, un pane piatto di grano di forma rotonda, che si trova in tutta l’Asia. Il pane viene cotto nel tamdyr, un grande forno in argilla. Il çörek, come avviene per tutti popoli, è considerato sacro e la tradizione vuole che non venga mai messo al rovescio sulla tavola e che le briciole vengano custodite con cura. Inoltre demolire un forno in cui si è cotto il pane viene considerato un gesto sacrilego, tanto è vero che i vecchi forni vengono solo abbandonati e non distrutti.
In Turkmenistan i piatti in generale non sono eccessivamente speziati e tutto è cucinato con grandi quantità di olio di semi di cotone. Le spezie più utilizzate sono il cumino nero, il pepe rosso e nero il coriandolo e i semi di sesamo. Non mancano le erbe aromatiche come il coriandolo fresco, l’aneto, il sedano rapa e il basilico. Spesso per insaporire i piatti si aggiunge aceto di vino o derivati del latte fermentato, tanto è vero che tra le bevande più comuni c’è lo shubat, un liquido denso ottenuto dalla fermentazione del latte di cammella.