Il più grande arcipelago al mondo. L’Indonesia è composta da 17.508 isole, divise nelle cinque maggiori e in 30 raggruppamenti minori. Con questa particolare configurazione, il Paese si presenta come un crocevia tra due oceani (Pacifico e Indiano) e un ponte tra due continenti (Asia e Australia).
Nonostante solo 6.000 isole siano abitate, l’Indonesia è il quarto Paese più popolato al mondo. La sua particolare configurazione e la sua storia rendono l’Indonesia un caleidoscopio di culture ed esperienze, conseguenza delle diverse popolazioni che qui si sono succedute: si va dalle antiche tradizioni Indù fino alle invasioni islamiche del 13° secolo, dalla colonizzazione portoghese a quella olandese (a più riprese), dalla dominazione inglese a quella giapponese. Il Paese ha appena festeggiato il 70° anno dall’Indipendenza, raggiunta il 17 agosto 1945. Questo viavai di culture ha prodotto un amalgama di 1.100 gruppi etnici che parlano, nel complesso, 740 lingue, e che hanno diverse culture e tradizioni. Attualmente la cultura indonesiana è una fusione di influenze arabe, cinesi, malesi ed europee, e le sue abitudini sono influenzate principalmente da indusimo, buddismo, confucianesimo e islam.
Nonostante tutte queste tradizioni, alcuni principi base della vita comune nelle aree rurali sono comuni a tutto il Paese, come l’aiuto reciproco (“gotong royong”) e l’abitudine a consultarsi (musyawarah) per arrivare a decisioni condivise (mufakat).
Data la sua posizione, la vegetazione dell’Indonesia è la rigogliosa foresta tropicale, con una fauna molto ricca e caratterizzata da una grande varietà di animali divisi da una linea immaginaria (detta linea di Wallace) tra le specie tipicamente australiane e quelle asiatiche, ovvero elefanti, rinoceronti, tigri, oranghi da un lato e scimmie, uccelli, anfibi e un’incredibile varietà di insetti dall’altro.
Un’altra importante caratteristica dell’Indonesia è il fatto di appartnere far parte a un’ecoregione chiamata “Triangolo corallino” contraddistinta dall’altissima biodiversità marina.
Spezie, riso, carne o pesce le basi di una cucina coloratissima e varia
La cucina dell’Indonesia è una delle più colorate, varie e saporite del mondo, grazie all’intensità dei suoi sapori e all’ampiezza delle ricette disponibili. Tra gli ingredienti più caratteristici, troviamo le spezie, che in Indonesia si chiamano rempah. In particolare, è molto usata una speciale miscela di diversi aromi detta Bumbu. Il pasto tipico indonesiano si compone di riso cotto a vapore (nasi), carne o pesce (lauk-pauk) e verdure (sayur-mayur). Alcune ricette comuni sono il Rendang (un piatto a base di carne stufata che originariamente era servito dal gruppo etnico Minangkabau durante feste e cerimonie, ma che ora si trova in tutta l’Indonesia), il Semur (sempre a base carne di manzo stufata, ma con aggiunta di una densa salsa di soia dolce) e il Pepe (un involto di verdure e pesce tipico dell’area di West Java con spezie, basilico e lime, che viene cotto a vapore nelle foglie di banano). A Expo Milano 2015, è possibile gustare anche il chicken satay (involtini di pollo con salsa agrodolce alle arachidi) e il nasi goreng (riso fritto con l’aggiunta di pollo, verdure, gamberi e uova).
Ma l’ingrediente principale della cucina indonesiana è la gratitudine o syukuran: spesso vengono cotte porzioni più ampie delle necessità della famiglia, per poterle offrire a parenti, vicini e a tutte le persone care.
Bubu e Lumbung, il Padiglione dell’Indonesia ha due facce
Il Padiglione dell’Indonesia a Expo Milano 2015 si basa sull’eco-compatibilità più che sull’esibizione tecnologica: è infatti uno spazio semiaperto che cerca di coniugare le due tradizioni indonesiane dell’agricoltura e della pesca. La struttura ricorda infatti sia il
Bubu (la trappola tradizionale usata per pescare) sia il
Lumbung (il magazzino per i raccolti). Le pareti del Padiglione sono allestite con una serie di pannelli che illustrano alcuni elementi tipici del Paese, come la sua importante diversità biologica e le sue politiche in merito a sicurezza alimentare e sostenibilità.