Mancante, diverso, da correggere: questi i concetti che fino a poche generazioni fa venivano associati ai mancini. Ispirandosi a quest’antico pregiudizio è nata cucinaMancina, una start up “made in Puglia” dedicata ai “mancini alimentari”. Di chi si tratta? Di tutte quelle persone che, per scelta o per necessità, devono eliminare qualche ingrediente dalla loro alimentazione (glutine, carne e pesce, latte, uova, grassi, sale, zucchero, ecc.) e pertanto si trovano a vivere una situazione di “esclusione”. Un insieme di nicchie, certamente, ma che sommate arrivano a sfiorare il 50% degli italiani. E quindi un bacino d’utenza molto interessante per una start up, come Flavia Giordano e Lorenza D’Adduzio hanno compreso creando la community
CucinaMnacina. Dall’aprile 2013, data di lancio, la piattaforma ha saputo aggregare 26mila utenti unici al mese e 6.500 follower su Fb, con una quota di lettori fedeli del 30 per cento. Che cosa offre cucinaMancina? Innanzi tutto, una serie di ricette validate dalla nutrizionista Elvira Greco e filtrabili in base alle proprie esigenze. In secondo luogo, uno store locator per trovare negozi adatti al proprio regime alimentare.
È in partenza, infine, una app (in fase di beta testing), che renderà disponibile per i dispositivi Android tutti i servizi di cucinaMancina.
“Per partire, abbiamo potuto contare su uno stanziamento a fondo perduto di 70mila euro della Camera di Commercio di Bari – spiega Flavia Giordano, Co-founder di Cucina Mancina -. Grazie a quest’investimento, abbiamo avuto la possibilità di implementare la piattaforma, creare tutti i servizi utili e consolidare l’identità aziendale. Oggi abbiamo un brand molto forte, che è stato ben compreso e in cui i nostri lettori si riconoscono”. Tanto che la community si è allargata notevolmente, e oggi conta 250 autori in Italia tra food blogger, chef e food lovers con un profilo registrato che condividono le proprie ricette, gli eventi e informazioni di sana e creativa alimentazione sul sito.
Un palmarès di tutto rispetto
La credibilità raggiunta in pochi anni da questa microimpresa è testimoniata dai numerosi riconoscimenti: Cucina Mancina si è classificata terza alla Global Social Venture Competiton, istituita da Altis-Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da Intesa Sanpaolo per premiare le imprese sociali più innovative.
“Il premio GSCV ci ha accreditate come impresa a impatto sociale - – spiega Lorenza Dadduzio, co-founder di Cucina Mancina – ed è una definizione che ci fa onore, visto che con la nostra idea abbiamo voluto portare alla luce il problema dell’inclusione alimentare”. Cucina Mancina è poi stata premiata dal patron della pasta fresca Giovanni Rana e dall'associazione 3040 come migliore start up tra 64 selezionate; cucinaMancina è stata anche eletta migliore food start up anche per “la Repubblica delle idee” sul palco del Piccolo Teatro di Milano, mentre “Vanity Fair” l’ha annoverata tra i dieci migliori siti di cucina.
“A novembre scorso, la Fondazione Mind the Bridge – conclude Dadduzio - ci ha scelte come migliore start up emergente del Sud Italia, finanziandoci un mese di formazione a San Francisco per imparare a fare impresa secondo il modello della Sylicon Valley: un’esperienza indimenticabile e preziosa per lo sviluppo della nostra idea”.
Verso il break even
Il prossimo passo, adesso, è il vero e proprio debutto sul mercato mancino, che raccoglierà e racconterà i prodotti dei brand e delle aziende dedicati alle diversità alimentari. “La nostra community di mancini alimentari sarà coinvolta per testare e validare questi alimenti nelle proprie ricette, raccontarne i processi produttivi, le storie di chi produce, con lo storytelling solitamente applicato al modello editoriale, ma questa volta orientata al prodotto – assicura Giordano -: la priorità è offrire contenuti di qualità e servizi, non siamo un qualunque sito di e-commerce al quale si affianca un blog. Per questo finora non avevamo voluto dare spazio a sponsorizzazioni: dovevamo ancora rafforzare la nostra proposta”.
E che i contenuti siano davvero il punto forte di questa start up è testimoniato dal fatto che, in pochi mesi, sono già usciti due libri a firma cucinaMancina: ”Eat different”, edito da Gribaudo, che ha venduto 2.500 copie in tre mesi e “La Puglia che mangia differente”, edito da Unioncamere Puglia, che offre la versione ‘mancina’ di molte ricette della tradizione pugliese.