Quando il tema fondamentale di una Esposizione Universale è il cibo, ci si attende che l’offerta enogastronomica sia capace di rappresentare l’incredibile ricchezza di tutti i Paesi del mondo, delle grandi aziende e dei pizzaioli sulle Apecar, dei ristoranti delle case reali e dello street food. Dopo aver organizzato tutto questo, serviva anche una mappa. Eccola, ed ecco chi l’ha fatta.
È diventata la cartina più richiesta agli Info Point quella della ristorazione a Expo Milano 2015, intitolata 'Sapori del mondo'. Curata da Paola Bocchese e Alessandra De Lorenzo della divisione Food Retail and Business Development guidata da Marco Beretta, dà a tutti i visitatori un’idea chiara dell’offerta di bar, ristoranti e street food di questa Esposizione Universale. Un settore chiave, dato il tema incentrato sull’alimentazione, che ha richiesto uno sforzo organizzativo enorme ripagato da numeri straordinari e qualche chicca nascosta e imperdibile.
Tra le mappe e le cartine a disposizione dei visitatori di Expo Milano 2015, la più richiesta è diventata la mappa completa alla ristorazione offerta da Padiglioni, Partner e piccoli proprietari di street food, 'Sapori del mondo'. C’era da aspettarselo?
La gente che viene in Expo Milano 2015 è attratta dal Tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ e va da sé che le aspettative sul mangiare siano alte. Questa mappa è nata per dare informazioni, suggerimenti e anche qualche trucchetto per gestire bene il proprio tempo, le file e consentire a tutti di farsi un’idea sull’offerta enogastronomica di questa Esposizione Universale.
La gente che viene in Expo Milano 2015 è attratta dal Tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ e va da sé che le aspettative sul mangiare siano alte. Questa mappa è nata per dare informazioni, suggerimenti e anche qualche trucchetto per gestire bene il proprio tempo, le file e consentire a tutti di farsi un’idea sull’offerta enogastronomica di questa Esposizione Universale.
Tuttavia è stata stampata qualche settimana dopo l’inizio di Expo Milano 2015. Perché?
Abbiamo dovuto - e voluto - attendere perché non avevamo tutte le informazioni per dare il quadro davvero completo al visitatore. In alcuni casi i Padiglioni hanno aperto bar e ristoranti un po’ in là rispetto al 1° maggio. Così abbiamo evitato di dare informazioni parziali. Per realizzarla hanno lavorato quattro persone per tre settimane. Non è stato dispendioso ma anzi direi quasi divertente, dato che avevamo schede e progetti di tutti, quindi si è trattato di verificare sul campo e riassumere in tre righe cosa offre ognuno.
Abbiamo dovuto - e voluto - attendere perché non avevamo tutte le informazioni per dare il quadro davvero completo al visitatore. In alcuni casi i Padiglioni hanno aperto bar e ristoranti un po’ in là rispetto al 1° maggio. Così abbiamo evitato di dare informazioni parziali. Per realizzarla hanno lavorato quattro persone per tre settimane. Non è stato dispendioso ma anzi direi quasi divertente, dato che avevamo schede e progetti di tutti, quindi si è trattato di verificare sul campo e riassumere in tre righe cosa offre ognuno.
La legenda dei prezzi, ovvero quello che ci si può attendere di spendere in ogni posto segnalato, si basa sull’icona dell’euro, da uno a tre bollini. Cosa significa?
Serve per dare un’idea lampante e immediata del prezzo di un pasto, da un bollino, più economico, a tre bollini, più caro. Non abbiamo messo cifre esatte per diversi motivi. I menù e il prezzo possono variare in corsa, in base alla stagionalità, agli chef, alla richiesta dei piatti. Così invece l’indicazione c’è, è sintetica, intuitiva, e non ci obbliga a ristampare ogni settimana la cartina.
Serve per dare un’idea lampante e immediata del prezzo di un pasto, da un bollino, più economico, a tre bollini, più caro. Non abbiamo messo cifre esatte per diversi motivi. I menù e il prezzo possono variare in corsa, in base alla stagionalità, agli chef, alla richiesta dei piatti. Così invece l’indicazione c’è, è sintetica, intuitiva, e non ci obbliga a ristampare ogni settimana la cartina.
Rimaniamo sui numeri, ma stavolta dell’offerta ristorativa - non annunciata o progettata, ma reale, sul territorio - di Expo Milano 2015: quanti ristoranti, quanti bar funzionano, e quanti carrettini di street food solcano il Cardo e il Decumano?
Più di 150. La cifra si compone così: ci sono i ristoranti di Padiglioni dei Paesi, stabili e visibili; i nostri concessionari ufficiali, Eataly, Cir Food, Identità Golose, presenti all’interno delle service unit; poi abbiamo gli otto chioschi gourmet nella parte esterna del Sito Espositivo, come quello di Davide Oldani… C’è il progetto street food, che va dalle piccole Apecar ai container da 20 piedi nella location prefissata in fase di gara. E poi ci sono i Partner e gli Sponsor che hanno anch’essi un pop up stabile d’offerta ristorativa.
Più di 150. La cifra si compone così: ci sono i ristoranti di Padiglioni dei Paesi, stabili e visibili; i nostri concessionari ufficiali, Eataly, Cir Food, Identità Golose, presenti all’interno delle service unit; poi abbiamo gli otto chioschi gourmet nella parte esterna del Sito Espositivo, come quello di Davide Oldani… C’è il progetto street food, che va dalle piccole Apecar ai container da 20 piedi nella location prefissata in fase di gara. E poi ci sono i Partner e gli Sponsor che hanno anch’essi un pop up stabile d’offerta ristorativa.
Ristoranti, bar e chioschi registrano spesso code, perfino il tutto esaurito. Ma vi aspettavate un tale successo anche dello street food?
La formula ha una sua logica: ok, non voglio stare tre ore seduto a pranzo, preferisco girare e condurre una visita più approfondita, e con lo street food riesco – assaggiando peraltro cibi tipici e originali - a cavarmela in mezz’ora. Avevamo fatto un po’ di valutazioni preliminari negli anni precedenti e avevamo intuito che avrebbe funzionato, la città di Milano aveva già proposto manifestazioni sullo street food registrando adesioni e interesse elevatissimi. L’altro vantaggio è che è organizzativamente dinamico e più facile da gestire perché chi deve entrare con l’Apecar accende il motore, entra, si posiziona ed è già in piena efficienza.
La formula ha una sua logica: ok, non voglio stare tre ore seduto a pranzo, preferisco girare e condurre una visita più approfondita, e con lo street food riesco – assaggiando peraltro cibi tipici e originali - a cavarmela in mezz’ora. Avevamo fatto un po’ di valutazioni preliminari negli anni precedenti e avevamo intuito che avrebbe funzionato, la città di Milano aveva già proposto manifestazioni sullo street food registrando adesioni e interesse elevatissimi. L’altro vantaggio è che è organizzativamente dinamico e più facile da gestire perché chi deve entrare con l’Apecar accende il motore, entra, si posiziona ed è già in piena efficienza.
Abbiamo pubblicato su ExpoNet, il magazine ufficiale di Expo Milano 2015, diverse “playlist”: dieci gelati da non perdere, dieci dolci al cioccolato, dieci street food, dieci succhi di frutta… Hanno avuto molto successo sia in termini di click, sia in termini di commenti sui social, dato che sono gli articoli più cliccati tra agosto e settembre. Ci dice secondo lei perché?
Da lettore, noto che in questi ultimi anni il tema dell’alimentazione interessa sempre di più, tantissimo. Questo ci ha agevolato: noi trattiamo proprio questo tema, che è il Tema fondante di Expo Milano 2015. Altro aspetto che ci ha aiutato è che, sempre in questi ultimi anni, la ricerca di cibo di qualità, il solco della sostenibilità, le gesta degli chef stellati hanno assunto un ruolo da protagonisti nella società. La gente ha cominciato a prendere in considerazione, come occasione di valorizzare il proprio tempo libero, l’andare a mangiare qualcosa di buono. Qui si trova questo mix vincente.
Da lettore, noto che in questi ultimi anni il tema dell’alimentazione interessa sempre di più, tantissimo. Questo ci ha agevolato: noi trattiamo proprio questo tema, che è il Tema fondante di Expo Milano 2015. Altro aspetto che ci ha aiutato è che, sempre in questi ultimi anni, la ricerca di cibo di qualità, il solco della sostenibilità, le gesta degli chef stellati hanno assunto un ruolo da protagonisti nella società. La gente ha cominciato a prendere in considerazione, come occasione di valorizzare il proprio tempo libero, l’andare a mangiare qualcosa di buono. Qui si trova questo mix vincente.
A cui forse s’aggiunge il fatto che alcuni Paesi offrono alimenti che erano e sono introvabili, in Italia, dal succo di baobab all’hamburger di alghe, dal liquore estone al latte di cavalla fermentato.
Chiaro, in alcuni Paesi riusciamo a proporre offerte di cibo effettivamente introvabili: o lo assaggi qui, o non lo troverai da nessun’altra parte se non nel Paese d’origine. E non vale solo per gli ingredienti o i prodotti in sé, ma anche per la modalità di preparazione. Ci sono sapori caratteristici dei diversi Paesi che solo gli chef formati su quelle culture gastronomiche possono essere capaci di riprodurre.
Chiaro, in alcuni Paesi riusciamo a proporre offerte di cibo effettivamente introvabili: o lo assaggi qui, o non lo troverai da nessun’altra parte se non nel Paese d’origine. E non vale solo per gli ingredienti o i prodotti in sé, ma anche per la modalità di preparazione. Ci sono sapori caratteristici dei diversi Paesi che solo gli chef formati su quelle culture gastronomiche possono essere capaci di riprodurre.
La gente si ferma più a mangiare in bar e ristoranti, o sono più quelli che prendono uno spuntino al volo?
Non possiamo oggi dare le cifre esatte perché i consumi sono molto elevati e in crescita, ma dai dati dei fatturati che i soggetti ci danno mensilmente – e interpretandoli in modo da capire che chi lavora su 6.000 mq serve ovviamente un numero di clienti diverso da chi è su 30 mq – possiamo constatare che la percentuale di chi si ferma e approfitta dei punti fissi di ristorazione è simile a quella di chi prende da mangiare in chioschi e street food. Tra chi preferisce mangiare velocemente e chi preferisce godere del servizio al tavolo, non c’è una grande maggioranza da una parte o dall’altra.
Non possiamo oggi dare le cifre esatte perché i consumi sono molto elevati e in crescita, ma dai dati dei fatturati che i soggetti ci danno mensilmente – e interpretandoli in modo da capire che chi lavora su 6.000 mq serve ovviamente un numero di clienti diverso da chi è su 30 mq – possiamo constatare che la percentuale di chi si ferma e approfitta dei punti fissi di ristorazione è simile a quella di chi prende da mangiare in chioschi e street food. Tra chi preferisce mangiare velocemente e chi preferisce godere del servizio al tavolo, non c’è una grande maggioranza da una parte o dall’altra.
In queste settimane di enorme affluenza a volte ci sono code anche per prendere un caffè. Tuttavia, si potrebbe anche dire che l’esperienza di Expo Milano 2015 è talmente immersiva che è sufficiente anche solo camminare sul Decumano in mezzo a migliaia di persone sorridenti e godere dell’offerta architettonica, dei turisti, degli scorci, dello show dell’Albero della Vita. È così, o una visita qui non è una visita senza fermarsi ad assaggiare qualcosa?
Quello che dico ai miei amici - che è quello che ho vissuto - è che il primo giorno, il 1° maggio, mi è bastato percorrere il Decumano per essere appagato dalla visita. Però, l’altra cosa che posso assolutamente consigliare è quella di scaricare una delle app con la mappatura di tutti i ristoranti con i numeri di telefono che consentono di prenotare.
Quello che dico ai miei amici - che è quello che ho vissuto - è che il primo giorno, il 1° maggio, mi è bastato percorrere il Decumano per essere appagato dalla visita. Però, l’altra cosa che posso assolutamente consigliare è quella di scaricare una delle app con la mappatura di tutti i ristoranti con i numeri di telefono che consentono di prenotare.
A proposito di andare a mangiare, qual è il cibo più strano che ha assaggiato qui, lei?
L'hamburger di coccodrillo. Sa di pollo. Strano quindi non tanto come sapore, quanto perché è strano rispetto alla nostra concezione.
L'hamburger di coccodrillo. Sa di pollo. Strano quindi non tanto come sapore, quanto perché è strano rispetto alla nostra concezione.
Quello più sorprendente? Il più buono?
Non è un piatto impensabilmente complicato, ma mi ha sorpreso per la sua bontà: il pojarskiy, un piatto russo a base di polpettone di vitello in crosta con grano saraceno.
Non è un piatto impensabilmente complicato, ma mi ha sorpreso per la sua bontà: il pojarskiy, un piatto russo a base di polpettone di vitello in crosta con grano saraceno.
Quello più costoso?
Lo special kaiseki giapponese, dieci portate per un’esperienza sensoriale a tutto tondo.
Lo special kaiseki giapponese, dieci portate per un’esperienza sensoriale a tutto tondo.
E gli insetti? Alcuni si aspettavano di poterli mangiare, qui.
La questione si interseca con norme comunitarie e nazionali, non abbiamo il permesso di poterli vendere. C’erano dei progetti collaterali non andati a buon fine ma non so il perché. So che ci sono movimenti in Italia che si stanno battendo per trovare opportunità, spazi e negozi, per permettere alle persone di comprarli. Da un punto di vista nutrizionale alcuni insetti potrebbero essere interessanti, sono naturali, proteici. Personalmente non ho nulla in contrario. Non è che a Expo Milano 2015 non lo si è voluto trattare, questo tema: direi che non è stato approfondito insistentemente.
La questione si interseca con norme comunitarie e nazionali, non abbiamo il permesso di poterli vendere. C’erano dei progetti collaterali non andati a buon fine ma non so il perché. So che ci sono movimenti in Italia che si stanno battendo per trovare opportunità, spazi e negozi, per permettere alle persone di comprarli. Da un punto di vista nutrizionale alcuni insetti potrebbero essere interessanti, sono naturali, proteici. Personalmente non ho nulla in contrario. Non è che a Expo Milano 2015 non lo si è voluto trattare, questo tema: direi che non è stato approfondito insistentemente.
Quando è stato chiesto al presidente di un’associazione mondiale di categoria di hotel dove avrebbe portato, per cena, la sua compagna, rispose “Al Fisherman’s Cove, alle Seychelles”, non per il cibo, quanto per lo scorcio, al tramonto. Lei, dove porterebbe a cena una donna, qui a Expo Milano 2015?
In riva al mare, anche io… Invece a Expo Milano 2015, dove il mare non c’è, ci sono però molti altri scorci suggestivi e irripetibili. Per mangiare, forse è un po’ scontato ma opterei per il ristorante di Identità Golose. Oppure, scelta ancor più esclusiva, la terrazza del Padiglione Austria, è bellissima, la più alta in assoluto e ben fatta; quando c’era il Cirque du Soleil era anche possibile vedere qualcosa dello spettacolo. Molto romantica.
In riva al mare, anche io… Invece a Expo Milano 2015, dove il mare non c’è, ci sono però molti altri scorci suggestivi e irripetibili. Per mangiare, forse è un po’ scontato ma opterei per il ristorante di Identità Golose. Oppure, scelta ancor più esclusiva, la terrazza del Padiglione Austria, è bellissima, la più alta in assoluto e ben fatta; quando c’era il Cirque du Soleil era anche possibile vedere qualcosa dello spettacolo. Molto romantica.